Una vita donata agli altri
Marcello Candia nasce nel 1916 a Portici (Napoli), dove la famiglia si era trasferita da Milano per ragioni di lavoro, terzo figlio di Camillo e di Luigia (Bice) Mussato.
Una bella coppia quella dei Candia, allietata da cinque figli: Linda, Fernanda, Marcello, Emilia e Riccardo.
Il padre è il fondatore della “Fabbrica italiana di acido carbonico dottor Candia & C.” con sede a Milano.
E’ un uomo tutto dedito al proprio lavoro e alla famiglia.
Bice, la mamma, è una donna colta e di grandi qualità umane, anch’ella completamente dedita alla famiglia; ma non in senso stretto, perché mentre educa i suoi figlioli, pensa anche ai numerosi parenti e amici. E non soltanto a questi: si occupa anche intensamente di carità attraverso l’”Opera San Vincenzo”.
In questo clima familiare sereno e operoso cresce il piccolo Marcello che fin da bambino manifesta una forte fede ed una passione per il prossimo; due dati che rimarranno fondamentali nella sua vita.
Il 1933 è l’anno del più grande dolore provato da Marcello: la morte della mamma. Era la mamma a portare i figli in chiesa la domenica, a farli pregare in casa, ad insegnare loro con l’esempio, ad essere sempre aperti alle necessità dei più poveri.
Qualcuno ricorda che Marcello accompagnava la mamma in qualche visita ai poveri assistiti dalla S. Vincenzo (è certo che a 12 anni, Marcello aiutava i Cappuccini di viale Piave, a Milano, nella distribuzione della minestra ai diseredati).
Sicuramente la mamma ebbe una fortissima influenza sulla formazione del figlio, tanto che lo stesso Marcello l’ha sempre ricordata come la radice della sua vocazione alla carità, del suo amore per i poveri, della sua totale dedizione alla causa del Vangelo. Mamma Bice muore il 7 febbraio 1933 a soli 42 anni.
Marcello, diciassettenne, ne ha un dolore così cocente da ammalarsi a sua volta. Cominceranno allora i mal di testa e l’insonnia che lo tormenteranno per tutta la sua vita. Dal 1939 al 1950 sono gli anni della formazione e dell’apprendistato al lavoro sotto la guida di papà Camillo.
Nel 1939 consegue il dottorato in chimica. Nel 1943 si laurea a pieni voti anche in scienze biologiche ed in farmacia. Accanto al padre comincia ad occuparsi dell’azienda di famiglia. Come educatore Camillo Candia è severo ed esigente: di spirito laico, nonostante lasci ai figli la massima libertà, trova “esagerato” il comportamento di Marcello, fedele alla Messa quotidiana.
Fin dagli inizi, Camillo Candia si oppone al fascismo, tanto da far frequentare ai figli scuole private.
Educa i figli alla libertà, alla tolleranza, allo spirito di giustizia. Dal 1939 al 45, negli anni della seconda guerra mondiale,
Marcello Candia viene chiamato alle armi, come chimico esplosivista. Dopo un fortunoso ritorno alla casa paterna in seguito all’8 settembre, collabora con la rete creata da padre Genesio per salvare gli ebrei e i perseguitati politici. Finita la guerra, si dedica ad un’altra emergenza insieme con Elda Scarsella Marzocchi: fornire le prime cure ai deportati che rientrano in treno dalla Germania.
Nel 1945 aiuta la Scarsella a fondare il “Villaggio della madre e del fanciullo”, per l’accoglienza delle mamme in difficoltà con i loro bimbi, che continuerà a sostenere anche sotto l’aspetto economico. In principio di nascosto dal padre, contrario a queste attività di Marcello.
In seguito anche Camillo Candia rivedrà il suo giudizio, rendendosi conto del bene fatto dal figlio.
Ad opporsi all’attività di sostegno del “Villaggio” è anche padre Genesio, che invita Marcello a lasciare quell’istituzione.
Candia inizia allora un travolgente cammino di iniziative missionarie: collabora per la nascita di un laicato missionario con i relativi organi di collegamento, organizza l’invio di medicinali in missione, fonda la rivista “La Missione” di studio e cultura missionaria.
Nel 1950 partecipa anche, con l’allora Mons. G.B. Montini, Arcivescovo di Milano e con il prof. Giuseppe Lazzati (futuro rettore dell’università Cattolica) alla fondazione del Collegio studenti d’Oltremare.
Tale organizzazione si occupava dell’assistenza ai primi giovani che dalle missioni venivano inviati in Italia per studiare o erano invitati dallo stesso Candia su segnalazione dei rispettivi vescovi. Partecipa alla fondazione del CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari), dell’AFI (Ausiliarie Femminili Internazionali) e del GRAAL (Associazione femminile missionaria della dottoressa Adele Pignatelli).
Nel 1947 fonda, sempre a Milano, in via Kramer, un Ambulatorio missionario sotto la sigla dell’UMMI (Unione Medici Missionari italiani), un’associazione affidata alla Congregazione dei poveri servi della Divina Provvidenza di Don Giovanni Calabria.
Con questa sigla dà vita anche ad una scuola di medicina missionaria per addestrare i giovani delle varie congregazioni ed ordini religiosi che si preparavano a partire per le missioni. All’inizio degli anni ’50 Marcello, lascia l’UMMI e dà inizio all’ALAM (Associazione Laici in Aiuto delle Missioni).
Nel periodo cha va dal 1950 al 1955 Marcello Candia porta a maturazione l’idea di farsi missionario laico. Numerosi ostacoli però si oppongono alla sua decisione. I gravi impegni verso la famiglia e verso l’azienda ed anche l’aperta contrarietà di Padre Genesio. Prima di trasferirsi definitivamente, Marcello compie alcuni viaggi in Brasile.
Nel 1957, visita per la prima volta Macapà, alle foci del Rio delle Amazzoni, dove incontra Mons. Aristide Pirovano (al centro nella foto), vescovo di quella diocesi. Con lui decide di costruire una chiesa ed inizia a farsi concreta l’idea di costruire un ospedale. L’attività di Candia è instancabile.
Nel 1961 inizia la costruzione dell’ospedale a Macapà col denaro ricavato dalla vendita della propria azienda.
Macapà contava allora circa 18.000 abitanti (oggi supera i 300.000): l’ospedale progettato da Candia e da Mons. Pirovano pareva sproporzionatamente grande, ma l’aumento della popolazione darà ragione al “sogno” di Candia.
Tuttavia, poco prima che Candia fosse presente a Macapà, Mons. Pirovano era tornato in Italia come superiore del Pime. Lo stesso Pirovano vuole consegnare a Candia il crocifisso di missionario, dopo averlo accompagnato in udienza da PaoloVI.
Il 28 giugno 1965 Candia sbarca definitivamente a Macapà.
Inizia così un periodo di lavoro intenso, fra soddisfazioni e sconfitte, accompagnato dall’affetto e dal sostegno di tanti, ma anche dai contrasti e dall’indifferenza. L’ospedale è dedicato a San Camillo e San Luigi a ricordo dei genitori ed è dotato di 150 posti letto.
Piano piano entrano in funzione i reparti dell’Ospedale S. Camillo e S. Luigi. Il primo ad entrare in funzione è l’ambulatorio pediatrico; nel 1968 si inaugura il centro ricerche per malattie tropicali (nella foto).
Il 7 febbraio 1969 ha luogo l’inaugurazione ufficiale della struttura, dotata di clinica ostetrica, pediatrica, chirurgica, di cinque ambulatori, di una scuola per infermieri e di un reparto dermatologico per cure ambulatoriali e domiciliari, con particolare attenzione alla cura ed alla prevenzione della lebbra, assai diffusa nella zona.
Dirà lo stesso Candia nel 1975 “Costruire l’ospedale è stato duro: finanze, trasporti, tecniche di costruzione, personale incapace in loco, ritardi ecc; ma farlo funzionare è stato due volte più duro”.
Ma aggiungerà anche:”La più grande gioia che ho provato è stata proprio questa: vedere quella gente, rassegnata da secoli al tremendo destino della malattia considerato invincibile, acquistare speranza”.
Nella sua volontà l’ospedale doveva caratterizzarsi per l’accoglienza e il servizio ai poveri, con attenzione a tutte le necessità della persona, e per l’efficienza e lo spirito manageriale della conduzione.
Nel 1975 l’ospedale verrà donato ai Camilliani della Provincia brasiliana e quindi da quel momento tutta la responsabilità di far funzionare un ospedale a servizio dei poveri viene a loro demandata.
Nel 1967 fonda a Marituba un Centro Sociale per 700 ospiti del lebbrosario, dotandolo di corsi di alfabetizzazione, cucina, dattilografia e animazione sociale.
Nello stesso anno Marcello Candia ha un primo infarto.
Nel 1974 fonda un “Centro Sociale” nel lebbrosario di Prata, a 150 km. da Marituba (nella foto) ottenendo le prime religiose.
Nel 1975 è posata la prima pietra della casa di preghiera “Nossa Senhora da Paz” all’interno del lebbrosario di Marituba, per ospitare religiose e religiosi dediti all’assistenza dei lebbrosi.
L’attenzione di Candia per i lebbrosi nasce proprio a Macapà, da quando aveva scoperto, parlando con i parenti dei malati di lebbra, che questi erano completamente abbandonati in un luogo, Marituba, vera “anticamera dell’inferno” per le orrende condizioni e lo stato di disperazione in cui i malati vivevano.
Nel 1976 incoraggia ed aiuta padre Luigi Brusadelli del Pime, che a Santana (nei pressi di Macapá, sulla foce del Rio delle Amazzoni), accoglie bambini handicappati e disadattati.
Nel 1977 a Macapà e nel 1982 a Belo Horizonte realizza due Carmeli, ove le religiose, oltre a dedicarsi alle preghiera, escono dal convento per assistere materialmente e spiritualmente i malati ed i lebbrosi (nella foto).
Nel 1980 Papa Giovanni Paolo II visita il lebbrosario di Marituba, dove incontra Marcello Candia.
Nel 1982 Marcello Candia riceve il premio Feltrinelli dall’Accademia Nazionale dei Lincei ” per un’impresa eccezionale di alto valore morale ed umanitario”.
Sempre nel 1982 istituisce la “Fondazione Dottor Marcello Candia”, in Italia e in Svizzera, che inizieranno ad operare dopo la sua morte.
Nell’agosto del 1983 Candia ritorna molto malato dal Brasile e alla fine dello stesso mese muore a Milano contornato dall’affetto della sua famiglia. Nel 12 gennaio 1991 il Cardinale Carlo Maria Martini apre il processo diocesano per la causa di canonizzazione del Servo di Dio Marcello Candia, che viene solennemente chiuso l’ 8 febbraio 1994.
Il 15 luglio 1998 si conclude la redazione della “Positio super virtutibus” di Marcello Candia che viene depositata alla Congregazione per le cause dei santi in Vaticano.
L’8 marzo 2014 si è concluso l’iter di valutazione della “Positio super virtutibus” e la sessione dei Teologi e dei Cardinali ha dato parere favorevole alla proclamazione della Venerabilità.
Il giorno 8 luglio 2014 Papa Francesco ha autorizzato l’emissione del decreto che dichiara “Venerabile” il Servo di Dio Marcello Candia, riconoscendo così ufficialmente l’eroicità delle sue virtù.
Tutto ciò significa che le prove presentate (indagini documentali e le testimonianze sulla vita, le opere e la fama di santità di Marcello Candia) riunite nella “Positio” ed esaminate dalla Congregazione per le Cause dei Santi, hanno portato a concludere che per la Chiesa Marcello Candia può essere additato come modello di vita per tutti i cristiani; la sua scelta di adesione completa al Vangelo ha lasciato un segno profondo nel popolo cristiano e a distanza di 34 anni dalla sua morte egli rimane un luminoso esempio per tutti.
Qualora si verificasse un “miracolo” attribuibile all’intercessione del Ven. Marcello Candia, si potrà procedere alla Beatificazione e successivamente, dopo il riconoscimento di un secondo “miracolo”, alla sua Canonizzazione. Chi ottenesse grazie o favori, li segnali alla segreteria della Fondazione, conservando, nei casi di interesse clinico, la documentazione medica.
Per noi, Fondazione Candia il miracolo, anzi i miracoli, già esistono e sono rappresentati da tutte le opere realizzate grazie a quella enorme e generosa catena di solidarietà che si è creata attorno al cristallino esempio di Marcello Candia, un uomo che per amore dei poveri vendette tutto e si donò completamente per alleviare le sofferenze degli ultimi. E’ questo per noi “il più bel miracolo” di Marcello Candia.